Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 26 aprile 2024, s. Antonino

Gli altri luoghi
Venafro

Venafro trae le sue origini da un crogiolo di civiltà diverse che ne hanno segnato in modo originale costume, architettura, arte.
I Romani riservarono attenzione particolare alla città, che arricchirono con ville, teatro monumentale, anfiteatro e con un acquedotto lungo ben trenta chilometri alimentato dalle acque del fiume Volturno.
Simbolo delle epoche seguenti, è il castello. Suggestivo il percorso religioso con la Cattedrale, San Francesco, Santa Chiara, l'Annunziata.

Informazioni utili
Come raggiungerci »

Come arrivare
VENAFRO si raggiunge in treno
per gli orari consultare il sito www.trenitalia.it
L'Areoporto più vicino è quello di Pescara.
Via Autostrada
A1 Roma-Napoli da Roma uscita S.Vittore - da Napoli uscita Caianello

Telefoni utili
Comune - 0865 9061 - info@comune.venafro.is.it
Carabinieri - 0865 904208
Polizia di Stato - 0865 4451
Vigili del Fuoco - 0865 26646
Guardia Medica - 0865 907743
Biblioteca Comunale - 0865.904037 - http://utenti.tripod.it/BibliotecaVenafro/

Convento
Il convento fu costruito dai benefattori e dal comune nel 1573.
Nell'ottobre 1911, dopo una visita medica dal dottor Antonio Cardarelli a Napoli, Padre Pio viene condotto a Venafro, perché, secondo la diagniosi del celebre medico, il giovane frate aveva i giorni contati, non poteva viaggiare a lungo ed il convento di Venafro era il più vicino. Trascorse in questo convento un mese e mezzo.a di P. Agostino da S. Marco in Lamis, poi divenuto suo padre spirituale.

 


Col pensiero e nella confessione non si deve tornare alle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra costrizione Gesù le ha perdonate al tribunale della penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto in infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della tua clemenza divina: Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di DIO: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimentoe dell'amore ( GF, 169 ).

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