Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 30 aprile 2025, s. Pio V

Gli altri luoghi
Montefusco

Montefusco, comune della provincia di Avellino, dista 21 chilometri dal capoluogo, a 750 metri di altezza e al centro di una zona di alte colline che favoriscono la coltivazione della vite. Di Origine longobarda, il suo nome  deriva dal latino Mons fuscus (monte oscuro ossia nascosto dalla nebbia o dalle nuvole), con chiaro riferimento alla posizione dell'abitato, che si sviluppò a circa 700 metri di quota.
Durante il periodo svevo fu sede di un "balivo" (comandante militare). Alla fine del XVI secolo fu capoluogo dell'Irpinia, fin quando lo divenne Avellino, nel 1806.
Montefusco è un punto di riferimento per la produzione artigianale di alto contenuto artistico; il comune è, infatti, noto per la lavorazione a tombolo di merletti, coperte e tovaglie, antico e prezioso artigianato femminile.

Informazioni utili
Come raggiungerci »

Come arrivare
MONTEFUSCO uscite A16.
a km.14,5 dal casello autostradale Avellino Est
e a km.8,5 dal casello autostradale di Castel del Lago (BN)

Telefoni utili
Municipio - 0825 964644
Carabinieri - 0825 964005
Convento dei Cappuccini - 0825 962718
Casa del ritiro - 0825 962103

Convento
Padre Pio dimorò nel convento per un periodo brevissimo.
Era arrivato alla fine di novembre dell'anno 1908, venne accompagnato a Pietrelcina da padre Agostino nel maggio del 1909 per motivi di salute.
Padre Paolino da Casacalenda, disse di lui: "Era un bel giovane paffuto, dal viso roseo che nulla lasciava trapelare della malattia dalla quale era affetto. Portava un fazzoletto di seta al collo, che gli difendeva la gola, e da tutta la sua persona spirava bontà e simpatia".
Padre Pio, anni dopo, ebbe a commentare: "Il male principale nella mia malattia era il fatto che apparentemente io non dimostravo alcun male, per cui parecchi potevano dubitare che io effettivamente soffrissi".

 


Le prove a cui il Signore vi sottopone e vi sottoporrà sono tutti contrassegni della divina dilezione e gemme per l'anima. Passerà, mie care, l'inverno e verrà l'interminabile primavera tanto più ricca di bellezze, quanto furono più dure le tempeste ( CE, 27 ).

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