Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 11 novembre 2025, s. Martino di Tours

Gli altri luoghi
Morcone

Morcone conserva avanzi del castello medievale che fu edificato sulle mura poligonali di un'arce sannita.
Di particolare pregio è il centro storico di struttura medievale ben conservato. Ormai annesso ad esso troviamo il convento dei padri francescani una costruzione di 400 anni fa che conserva tutto il suo fascino e oltre ad essere meta di visitatori per la sua bellezza viene sempre più frequentato dai tanti fedeli di padre Pio da Pietrelcina che il 6 gennaio 1903 entra nel seminario di Morcone per fare il noviziato e qui prenderà il nome di fra Pio vi resterà per uno intero anno.

Informazioni utili
Come raggiungerci »

Come arrivare
MORCONE è raggiungibile in ferrovia da Benevento o da Campobasso. 
L’Areoporto più vicino è quello di Napoli.
A16 Napoli-Bari uscita Benevento direzione Campobasso
A1 Roma-Napoli uscita Caianello direzione Telese-Campobasso / uscita S.Vittore direzione Venafro-Isernia-Benevento
A14 Bologna-Bari uscita Vasto Sud direzione Isernia-Benevento

Telefoni utili
Municipio - 0824 955411
Biblioteca Comunale - 0824 957146
Carabinieri - 0825 964005

Convento
L'ambiente dove fra Pio trascorre il noviziato è di assoluta povertà.
Una cella poverissima e fredda, il cibo scarso.  Regole ferree come andare sempre a piedi nudi con i sandali, fare la "disciplina" tre volte la settimana (cioè flagellarsi); digiunare per tre Quaresime, oltre a tutti i venerdì dell'anno; fare diverse ore di preghiera sia di giorno che di notte, osservare la regola del silenzio perpetuo.
Il maestro dei novizi è chiaramente colpito dall'impegno di fra Pio da Pietrelcina nell'osservanza assoluta e ferrea di ogni minima regola della dura vita da novizio.


Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; tra i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi i frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie direttissime figliole, bisogna che sia questa vicissitudine così all'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per l'esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità (FdL, 61).