Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 11 novembre 2025, s. Martino di Tours

Le Figlie Spirituali
Morcaldi Cleonice

Cleonice Morcaldi nacque à San Giovanni Rotondo (Foggia) il 22 gennaio 1904, nello stesso giorno, mese ed anno in cui Padre Pio faceva a Morcone, dopo il noviziato, la professione religiosa. Conobbe Padre Pio nel 1920, prima di sostenere gli esami di stato per conseguire il diploma magistero. Da allora trovò nel venerato Padre una guida paterna sicura e forte e anche una materna perché sostituì quella di sua madre fin dal momento in cui divenne orfana. Le sue virtù e la sua devozione filiale determinarono, da parte di Padre Pio, una predilezione nei suoi confronti. Alla scuola del primo sacerdote stigmatizato la signorina Cleonice imparò a meditare, a pregare, ad amare Gesù e la Vergine Maria. Fece nelle mani del Padre crocifisso i voti di povertà, castità ed obbedienza, che rinnovò ogni anno il giorno dell'Immacolata Concezione. Annotò diligentemente alcune risposte di ordine spirituale ricevute da Padre Pio. Preparò i testi di alcuni drammi sacri che venivano rappresentati per fini benefici e per raccogliere offerte in favore della la Casa Sollievo della Sofferenza. Dopo la morte di Padre Pio divulgò ciò che aveva appresso da lui, ricevendo nella sua casa persone di ogni ceto e città. Morì il 23 febbraio 1987. Ha lasciato una raccolta di Testimonianze su Padre Pio e un Diario.

Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; tra i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi i frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie direttissime figliole, bisogna che sia questa vicissitudine così all'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per l'esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità (FdL, 61).