Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 01 luglio 2025, s. Ester

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Il Sacramento della Riconciliazione in un mondo secolarizzato

"Settimana internazionale della riconciliazione"

Tempo di riflessione e di formazione per i presbiteri
San Giovanni Rotondo, 14-18 marzo 2011

Il mondo in cui viviamo oggi è fortemente segnato dal processo di secolarizzazione che tende a cancellare Dio dall'orizzonte della vita e offusca un chiaro discernimento del bene e del male. Questa situazione rende più urgente il servizio di amministratori della Misericordia Divina e l’anno sacerdotale, da poco terminato, ce l’ha ricordato. I Frati Minori Cappuccini, guardando all’esempio dei loro santi e sentendo forte l’impegno di questo servizio nella Chiesa, vogliono offrire un tempo di riflessione e di formazione per tutti i presbiteri sull’argomento. La Settimana internazionale della riconciliazione con il titolo “Il sacramento della riconciliazione in un mondo secolarizzato” si svolgerà dal 14 al 18 marzo 2011 a San Giovanni Rotondo, presso il luogo dove è vissuto il più noto confessore cappuccino, san Pio da Pietrelcina.A tutti i fratelli cappuccini e ai presbiteri religiosi e secolari che parlano la lingua italiana, inglese o spagnola vogliamo offrire questa opportunità. Il depliant della Settimana, con tutte le informazioni ed il programma, è possibile scaricarlo nella lingua prescelta dal sito del Segretariato Generale della Formazione www.ugfofmcap.blogspot.com o quello del Santuario di san Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo www.santuariopadrepio.it

Vedi: Comunicato Stampa

allegato: manifesto dell'evento

allegato: poster of the event

allegato: depliant dell'evento

allegato: cartel del evento

allegato: folleto del evento

allegato: pamphlet


DIO non vuole che tu senti sensibilmente il sentimento della fede, speranza e carità, né che tu ne godi, se non quanto basta per servirsene nelle occasioni. Ahimè!, quanto siamo felici di essere noi tenuti sì strettamente dal nostro celeste tutore ! non dobbiamo fare altro che ciò che facciamo, cipè di amare lsa divina provvidenza ed abbandonarci nelle sue braccia e nel suo seno. No, mio DIO , io non desidero maggior godimento della mia fede, della mia speranza, della mia carità, solo per poter dire sinceramente , quantunque senza gusto e senza sentimento, che dovrei piuttosto morire che abbandonare queste virtù (LdP, 71).

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